Appennino tosco-emiliano
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L'Appennino tosco-emiliano è una parte della catena
degli Appennini. In particolare è un tratto dell'Appennino
settentrionale. Interessa particolarmente la Toscana e l'Emilia-Romagna.
La vetta più alta è il Monte Cimone.
Il passo della Cisa lo separa a nord-ovest dall'Appennino
ligure, il passo di Bocca Trabaria lo separa invece dall'Appennino
umbro-marchigiano.
All'interno dell'Appennino Tosco-Emiliano si può
individuare l'Appennino tosco-romagnolo, a sud-est del passo
della Futa e l'Appennino tosco-emiliano in senso stretto, a nord
di esso.
Nel 2015 tale territorio è entrato a far parte delle
riserve della biosfera UNESCO.
Montagne
Le montagne principali dell'Appennino tosco-emiliano sono:
Monte Cimone - 2.165 m
Monte Cusna - 2.121 m
Monte Cupolino - 1.853 m
Monte Prado - 2.054 m
Alpe di Succiso - 2.017 m
Monte Giovo - 1.991 m
Monte Casarola - 1.978 m
Monte Rondinaio -1.964 m
Monte Lagoni - 1.962 m
Corno alle Scale - 1.945 m
Alpe Tre Potenze - 1.940 m
Libro Aperto - 1.937 m
Monte Alto - 1.904 m
Monte La Nuda - 1.895 m
Monte Gomito - 1.892 m
Monte Cornaccio -1.881 m
Punta Buftanaro - 1.878 m
Monte Sillara - 1.861 m
Cima dell'Omo - 1.859 m
Monte Cavalbianco - 1.855 m
Monte Marmagna - 1.852 m
Monte Losanna - 1.840 m
Monte Matto - 1.837 m
Monte Bragalata - 1.835 m
Monte Orsaro - 1.831 m
Monte Spigolino - 1.827 m
Monte La Nuda - 1.827 m
Monte Braiola - 1.821 m
Monte Paitino - 1.815 m
Cima Belfiore - 1.810 m
Monte Gennaio - 1.810 m
Monte Brusa - 1.796 m
Monte Bocco - 1.791 m
Monte Aquila - 1.780 m
Monte Nuda - 1.775 m
Monte Giovarello - 1.760 m
Balzo delle Rose - 1.739 m
Monte Ventasso - 1.727 m
Bocchetta dell'Orsaro - 1.724 m
Monte Malpasso - 1.716 m
Monte Fosco - 1.683 m
Pedata del Diavolo - 1.665 m
Tecchio dei Merli - 1.644 m
Alpesigola - 1.642 m
Monte Modino - 1.557 m
Sasso Tignoso - 1.492 m
Monte Borgognone - 1.401 m
Monte Pidocchina - 1.296 m
Croce delle Lari - 1.200 m
Monte Verruca - 820 m
Monte Pero - 760 m
Cima Tauffi - 1.799 m
Territori del versante emiliano
Appennino modenese: panorama del monte Cimone
Appennino bolognese
Appennino modenese (Frignano)
Appennino reggiano
Appennino parmense
Territori del versante toscano
Versante toscano: la Montagna Pistoiese, presso il Passo
del Cancellino (1634 m s.l.m.)
Le valli che discendono verso sud sono ampie e fertili:
la Lunigiana, che prende nome dell'antica città
portuale di Luni (ora sito archeologico) e percorsa dal fiume
Magra
la Garfagnana, al fondo della quale tra le Alpi Apuane ed il
Monte Cimone scorre il Serchio
la Montagna Pistoiese
Val di Bisenzio
Val di Nievole
Valichi
I valichi principali che interessano l'Appennino tosco-emiliano
sono:
Foce a Giovo - 1.711 m
Passo della Pradarena - 1.579 m
Passo delle Radici - 1.529 m
Passo dei 2 Santi - 1.392 m
Passo dell'Abetone - 1.388 m
Passo del Cerreto - 1.261 m
Passo di Cirone - 1.255 m
Passo del Lagastrello - 1.200 m
Passo del Vestito - 1.153 m
Passo della Cisa - 1.045 m
Passo della Raticosa - 968 m
Passo della Collina - 932 m
Passo della Futa - 903 m
Passo di Monte Oppio - 821 m
Note
Sono centinaia i testi che chiamano il tratto dell'Appennino
posto tra Emilia-Romagna e Toscana con il nome di Appennino tosco-emiliano.
Tra essi: Touring Club Italiano, Guide rosse d'Italia, volume
Emilia-Romagna.
www.regione.emilia-romagna.it
www.regione.toscana.it
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Castiglione dei Pepoli. Oasi di
pace
Castiglione dei Pepoli porta incisa nel nome la famiglia bolognese,
i Pepoli, che nel Quattrocento vi stabilì il suo feudo
tra boschi, acque e montagne. Si rimane affascinati dinnanzi
alla dimora familiare, fulcro del loro potere e oggi palazzo
comunale che domina lantico borgo. Da qui si prosegue verso
il vicino Santuario di Boccadirio, vera oasi di pace e conca
verdissima nel cuore dellAppennino, dove ci si può
concedere per qualche ora il lusso del silenzio e della meditazione.
Qui si avverte un sentimento di mistico raccoglimento, ispirato
ai fatti miracolosi del 1480, quando si narra che la Vergine
apparve a due pastorelli. Varcata la soglia del porticato, si
va alla ricerca di piccoli e grandi tesori darte e devozione,
tra cui un bassorilievo attribuito ad Andrea della Robbia.
Itinerario: Castiglione dei Pepoli. Oasi di pace
Durata: 3 ore
Uscita autostradale:Pian del Voglio (A1) - Badia (Variante
di Valico)
Faggete e castagneti, montagne,
acque pure e aria fina: sono gli ingredienti di questa porzione
incantata di Appennino bolognese a cavallo con la Toscana, il
cui popolamento sparso induce allesplorazione
della natura e delle tracce storiche, contrassegnate da etruschi
e romani e poi da lotte medievali e signorie rinascimentali.
Di queste ultime, si scopre che su tutte si impose nel Quattrocento
quella bolognese dei Pepoli: nonostante il pugno duro con cui
governarono, è grazie a loro che si può oggi ammirare
la caratteristica e suggestiva conformazione del centro storico,
dove spicca larticolato palazzo di famiglia. Lasciato il
paese, percorrendo strade immerse nei boschi che regalano colori
sempre diversi a seconda della stagione, si giunge al santuario
mariano di Boccadirio, costruito nella seconda metà del
XVI secolo e sviluppatosi intorno alla piccola chiesa precedentemente
eretta nel luogo dellapparizione della Beata Vergine ai
due pastorelli. Questo gioiello di architettura montana, che
evoca antiche storie di fede e che è pervaso da unintensa
religiosità, è incastonato in un paesaggio di arcana
bellezza nel quale immergersi per sperimentare lineguagliabile
e reciproco richiamo tra natura e arte.
Castiglione
dei Pepoli
Pro Loco
Piazza Guglielmo Marconi 1
Tel. 053491599
www.comune.castiglionedeipepoli.bo.it
Periodo doro per lantica Castiglione dei Gatti
fu il Quattrocento, quando la famiglia bolognese dei Pepoli,
verso la metà di quel secolo, simpadronì
di queste terre rendendole fino al 1796 un feudo incastonato
nello Stato della Chiesa. Il centro storico della cittadina è
frutto di un disegno urbanistico voluto proprio da quei signori.
Al centro si apre la piazza, su cui affacciano la Torre dellOrologio
(1724) e il palazzo comitale. Disegnato dal 1473 dallarchitetto
Marchesino di Cento, fu sede del governo e comprendeva labitazione
della famiglia Pepoli, del commissario e il carcere. Fu ampliato
nel XVII secolo con la cosiddetta Palazzina. La bella
e lastricata via San Lorenzo conduce alla chiesa omonima, di
origini tardo-cinquecentesche, ma trasformata a tre navate solamente
nel 1876.
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